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Dalla perdita alla rinascita: il volontariato con ENPA Elba e i gatti che mi hanno salvato

  • elettrafabiani98
  • 21 nov
  • Tempo di lettura: 4 min

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Dalla perdita alla rinascita: come è iniziato tutto

Il mio approccio al mondo del volontariato si è decisamente intensificato quando ho perso la mia gatta Anais.

Era il gatto di famiglia, la mia sorella pelosa, con me da quando avevo otto anni. Era stato il mio regalo di compleanno. L’anno scorso, un tumore alla bocca se l’è portata via. E nella confusione, nel dolore, nel vuoto, una frase mi è esplosa in testa e non l’ho più dimenticata: non sentirò più le fusa del mio gatto.

Quell’assenza era assordante.


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Pensavo di non essere pronta ad adottare di nuovo dopo la sua

perdita. Invece, poche settimane dopo, nell’ambulatorio veterinario di mia sorella, ho visto una gattina abbandonata di appena due settimane, rifiutata dalla madre a causa di un’infezione agli occhi e con la testa del femore spezzata. Uno scricciolo che tremava tutta sola nella gabbietta e rifiutava di mangiare.

E lì qualcosa è scattato dentro di me. Io potevo fare qualcosa. E volevo farlo.

È stato amore a prima vista per entrambe. Non appena Trudy (così l’ho chiamata) ha messo zampa in casa, si è immediatamente ambientata: ha iniziato a mangiare, ad accettare le cure e a lottare.


Da quel dolore trasformato in amore, dopo qualche mese, è nato questo blog: Libri & Fusa: in ricordo di Anaïs e per condividere il mio amore per la lettura e per i gatti.


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All’inizio del nuovo anno, mentre facevo volontariato in ambulatorio per aiutare un coniglietto abbandonato con ENPA Piombino, è accaduto di nuovo.

Ho incrociato gli occhi rossi di Romeo. E me ne sono innamorata.

Da quel momento, senza quasi accorgermene, mi sono avvicinata sempre di più al mondo del volontariato. Mi sono iscritta a ENPA.E la mia vita è cambiata.


Le storie che seguono nascono da qui: dall’amore, dal dolore, dal volontariato e da tutti gli animali che mi hanno insegnato cosa significa davvero salvare e essere salvati.



Romeo: il gatto dagli occhi rossi che mi ha insegnato a lottare

Romeo è arrivato nell’ambulatorio di mia sorella a febbraio 2025. Era in cura per un’anemia grave, che poi si è rivelata autoimmune. Una malattia senza guarigione, solo gestione.


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La sua proprietaria dell’Isola d’Elba lo amava tantissimo, ma non poteva seguirlo nelle cure continue, e si cercava per lui un’adozione del cuore.


Quando l’ho visto… è stato un colpo di fulmine. I suoi occhi rossi, identici a quelli della protagonista del libro che stavo leggendo in quel periodo (La discendente del ladro di Giulia Modugno), mi hanno stregata. Era destino.

L’ho adottato. E con lui è iniziata una lunga storia di cure, punture, ricadute, speranze, tenacia e amore.


Gli avevano dato un mese di vita. È passato un anno.

In ogni sua ricaduta ho visto quanto l’amore di una famiglia gli abbia dato la forza di lottare.

Romeo è la prova vivente che l’amore è alla base della vita.




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Maya: tre settimane di vita e un coraggio immenso

Il 16 agosto di quest’anno è arrivata Maya: tre settimane appena, una gamba spezzata e dentini da latte rotti. Minuscola. Tremante. Ma piena di voglia di vivere.

L’ho portata a casa senza esitare. Non potevo lasciarla tutta sola in ambulatorio.


La parte più sorprendente? Romeo e Trudy l’hanno accolta subito. Zero diffidenza. Solo amore.

In pochi giorni Maya ha iniziato a rifiorire, protetta dalla nostra piccola famiglia. Oggi è una gattina energica, intelligente, curiosa. Una guerriera in miniatura.




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Tea: una storia di cura quotidiana

Una settimana dopo Maya è arrivata Tea: tre mesi appena e una frattura alla spina dorsale che sembrava senza speranza.

L’ha adottata mia mamma, ma io l’ho seguita ogni giorno: punture, terapie, fisioterapia, attenzioni infinite. E un po’ alla volta, come un fiore che rinasce… Tea ha ricominciato a camminare.

Vederla muovere le zampine è stato come assistere a un miracolo fatto di pazienza, amore e tempo.



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La gatta felv: quando non puoi adottare, ma puoi comunque salvare una vita

A settembre è arrivata un’altra emergenza: una gatta felv positiva, paralizzata dalla vita in giù.

La mia famiglia (ormai composta da cinque gatti e due conigli) non poteva adottarla. Ma questo non significava che non potessimo aiutarla.


L’ho seguita durante il suo ricovero, le ho comprato il cibo e sono diventata il suo “taxi” personale. Oggi vive in un rifugio privato all’Elba, circondata da persone che la amano e che si prendono cura di lei.


E nel corso dei mesi, contro ogni pronostico…ha ricominciato a camminare.

Un piccolo miracolo nato da tanti gesti messi insieme.




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Perché il volontariato cambia la vita (la loro e la tua)

Ogni volta che aiuti un animale succede qualcosa di meraviglioso: lui ritrova la speranza e tu ritrovi una parte di te che credevi perduta


Il lavoro di ENPA Elba è fondamentale: recuperi, cure, adozioni, terapie, emergenze… Ma senza chi dona un trasportino, compra un farmaco o dedica un’ora del suo tempo, nulla sarebbe possibile.

Il volontariato non è solo “fare del bene”.È sentire. È amare. È rinascere insieme.



Come aiutarli davvero

Ogni oggetto donato diventa un atto d’amore concreto: cibo, coperte, farmaci, sabbia… tutto ciò che serve per salvare vite ogni giorno.

Un piccolo gesto può cambiare un destino: insieme possiamo trasformare il dolore in amore, e l’amore in vita.

 
 
 

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