Material Love: hai amato il film? Scopri il romance perfetto da leggere subito!
- elettrafabiani98
- 18 set
- Tempo di lettura: 3 min

Amici lettori, eccomi tornata con un articolo un po’ diverso dal solito. Oggi non vi parlo solo di libri e fusa, ma di un film che ho visto al cinema e che mi ha colpita più di quanto mi aspettassi: Material Love, con Dakota Johnson, Chris Evans e Pedro Pascal.
Ne avevo sentito parlare malissimo: critiche deluse, giudizi freddi… insomma, mi aspettavo un flop. E invece, sorpresa: io l’ho trovato davvero bello! Non solo: aveva qualcosa da dire, e io l’ho recepito forte e chiaro.
Lucy e l’amore come prodotto in serie
La protagonista, Lucy (interpretata da Dakota Johnson), all’inizio incarna una visione del mondo rigidamente maschilista e capitalista. L’amore, secondo lei (e la sua azienda), non è altro che una fase da “spuntare” nella checklist della vita: scuola, lavoro, fidanzamento, matrimonio.
Una produzione in serie, insomma. Le coppie devono essere perfettamente incastrate come pezzi identici sugli scaffali: stesso livello sociale, stesso stipendio, stesse idee politiche. E se qualcosa non combacia? Si scarta, proprio come un prodotto difettoso.
La cosa più disturbante è che questa mentalità emerge subito: c’è una scena in cui un cliente racconta che il suo appuntamento è stato un disastro perché la ragazza era “brutta, grassa e troppo vecchia”. Lo schermo, però, mostra una donna bellissima, con un sorriso radioso. Non c’è niente di “sbagliato” in lei, se non il fatto di non rientrare nei canoni pretenziosi dell’uomo.
E quando Lucy comunica alla cliente che quell’uomo non vuole più rivederla e lei resta delusa, la protagonista la congeda con una frase che mi ha colpito: bisogna accontentarsi, il partner perfetto non esiste. Un pensiero che suona molto indulgente nei confronti degli uomini, ma decisamente più severo verso le donne

Il cambiamento
Il bello del film sta proprio nel cambiamento di Lucy. La protagonista finisce per affezionarsi a quella cliente che tutti ormai consideravano “impossibile da abbinare” e, quando a quest’ultima accade qualcosa di terribile, Lucy comprende che le persone non sono prodotti da catalogare e incasellare, ma esseri umani con emozioni e fragilità. Realizza anche che il prezzo non è sinonimo di qualità
A rendere la storia ancora più interessante c’è un triangolo amoroso che mi è piaciuto tantissimo:
Chris Evans, l’ex fidanzato, più spontaneo ed emotivo.
Pedro Pascal, il cosiddetto “unicorno”: uomo perfetto, ricco, con la famiglia da Mulino Bianco… ma freddo, incapace di litigare o mostrare emozioni.
Lucy si trova così a dover scegliere tra un amore da manuale, lucido e patinato, e un amore imperfetto, ma reale.
Io l’ho adorato, e non vedo l’ora di rivederlo (sì, in streaming legale, promesso).

Forget me not. non ti scordar di me: Un libro che ti consiglio se hai amato il film
Appena uscita dalla sala, mi è venuto subito in mente un libro che ho letto quest’estate e che ho amato alla follia: Forget Me Not. Non ti scordar mai di me di Julie Soto.
La protagonista, Ama Torres, è una wedding planner che organizza matrimoni pur non credendo affatto nell’amore eterno. Viene da una famiglia disfunzionale, con mille matrimoni falliti alle spalle, e ha una visione cinica del romanticismo. Ma quando deve lavorare fianco a fianco con Elliot, il suo ex, un fiorista, scopre che tra bouquet e location la chimica non è mai sparita.
Mi ha ricordato moltissimo Lucy di Material Love: entrambe hanno una visione distorta dell’amore, influenzata dal loro passato e dall’ambiente, eppure finiscono per riscoprirne il valore. E se Elliot, con i suoi fiori, mette il cuore in ogni petalo, Chris Evans nel film rappresenta quell’amore più emotivo, meno perfetto ma più vero.
Conclusione
Se vi piacciono le storie che smontano l’idea dell’amore come prodotto in serie e vi mostrano invece emozioni autentiche, vi consiglio sia il film Material Love che il romanzo Forget me not: non ti scordar di me di Julie Soto. Entrambi raccontano, con linguaggi diversi, che l’amore non è una checklist da spuntare, ma un percorso pieno di imperfezioni che ci rende umani.
E voi, amici lettori, che ne pensate? L’avete visto o leggereste il libro? Fatemelo sapere nei commenti: intanto io preparo un’altra recensione, tra libri e fusa.






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